martedì 7 settembre 2010

Rugiada in cristalli

Parla Ginevra
Non era da molti giorni passato il primo settembre, eppure un fresco venticello pieno di sospiri autunnali già entrava tra le fessure della nostra piccola ma modesta abitazione. Il sole fece capolino placidamente dall'orizzonte, come se non avesse fretta di infondere i suoi raggi così benefici per chi, come me e mia sorella, traeva il proprio guadagno dalla vendita di misture naturali. Come sempre era stata Bree a svegliarsi prima di me, quasi che fosse sempre attenta ad aspettare il primo spiraglio di luce per aprire gli occhi.
"Su, dormigliona, oggi c'è il grande mercato!" ridacchiò lei mentre cercava di strapparmi dal cuscino.
"Accidenti a te!" ribattei io facendo la finta arrabbiata, ma poi arrendendomi con una risata. Non che avessi bisogno di altro sonno, la mia era semplicemente pigrizia che però si dissipava appena mi sciacquavo la faccia con l'acqua gelata del pozzo proprio dietro casa. Quando fui ben sveglia mi ritrovai a fissare il prato sorpresa e con un sinistro presentimento.
"Bree, vieni un attimo." chiamai senza urlare, ma nel silenzio della natura che lentamente si stava risvegliando il mio sembrò un grido affilato. Mia sorella abbandonò il pozzo dove anche lei era andata e venne verso di me con fare curioso, a guardare l'erba senza capire.
"Cosa c'è?" chiese dopo qualche minuto, con la fronte aggrottata.
"Guarda l'erba. C'è la brina stammattina." spiegai con un fil di voce.
I nostri occhi si incontrarono, così diversi ma dalla forma identica. Solo una parola disse.
"Autunno." 
Finimmo di prepararci senza scambiare più di due parole, mentre la luce diventava calore e scioglieva quelle piccole gocce cristallizzate che ci avevano tanto turbato. Sospirai di sollievo quando constatai che potevo ancora indossare il mio vestito estivo senza dover tremare. Mangiammo nel tepore della cucina, poi ci affrettammo a radunare tutta la nostra mercanzia fatta di boccette e ampolle, colorate e non, con liquidi densi o scivolosi al loro interno. Era un martedì, martedì 7 settembre 1302, ed era giorno di mercati generali nella grande piazza di Lugano. Con un po' di fortuna avremmo venduto qualche fiala per il raffreddore e magari anche una per il mal di denti, ma erano assicurati venti scudi dal macellaio del paese vicino, che in realtà aveva già ripagato abbondantemente la sua tisana per l'insonnia con un maiale intero, ma aveva comunque ripromesso di pagarci alla fiera successiva, se la tisana avesse fatto effetto. Insomma, ci aspettava una giornata piacevole. Forse avremmo anche potuto vedere i giocolieri e i mangiafuochi esibirsi sulle terrazze.
Ma non appena ci avvicinammo alla città, le feste e i mangiafuochi rietrarono malinconici nella mia mente, spinti dal fetore della peste che non conosceva tregua.

lunedì 30 agosto 2010

La prima impressione

'SERA.






IL BUIO CHE ADDOLORA, CHE TRASALIRE FA.























IL MONDO è NEI GUAI.